Usa e Cina, il duello continuo

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A vedersela peggio è l’economia del dragone. Ad influire negativamente sicuramente la bolla immobiliare che potrebbe deteriorare una situazione già delicata.

Due super potenze a confronto, Usa e Cina si confrontano sul piano economico. Scrive Wall Street Italia che quest’ultima, la seconda economia più grande del mondo, secondo le ultime previsioni di Goldman Sachs sta affrontando sfide economiche significative. La banca d’investimento ha recentemente rivisto al ribasso le sue stime di crescita economica per il paese a causa di una flessione nel settore immobiliare e della debole domanda interna.

Secondo il rapporto pubblicato da Goldman Sachs, la crescita economica della Cina dovrebbe rallentare proprio a causa di un calo nella parte immobiliare. L’attuale freno nel settore ha portato ad una riduzione degli investimenti e ad una diminuzione della domanda di materiali da costruzione, influenzando negativamente l’industria manifatturiera cinese. Di conseguenza, Goldman Sachs ha ridotto la sua previsione di crescita economica per il 2023 dal 5,8% al 5,5%.

Dall’altro lato del tavolo abbiamo gli USA, un paese che sta vivendo un buon momento economico soprattutto perché sta cambiando la sua geografia di crescita. Lo spiega bene in questo editoriale Leopoldo Gasbarro. 

“Riteniamo che gli Stati Uniti siano nelle prime fasi di un super ciclo manifatturiero”. Ho letto questa considerazione in un rapporto di Joseph Quinlan, responsabile della strategia di mercato CIO presso Merrill e Bank of America Private Bank ripreso da Axios.

Queste le considerazioni di Quinlan riportate da Neil Irwin:

Nuovi massicci investimenti si stanno riversando sull’industria pesante statunitense, plasmando il panorama economico per gli anni a venire. Se gli anni 2010 sono stati un periodo di sotto investimento cronico, ora, invece miliardi di dollari si stanno riversando in grandi e costosi megaprogetti per realizzare batterie, celle solari, semiconduttori e molto altro.

Gli Stati Uniti si preparano ad un cambiamento epocale e con lui il mondo, l’agenda economica globale dipende da queste super potenze ma ad oggi sempre più dall’America vista l’attuale situazione della Cina non proprio rassicurante.

In Italia che succede? Lo spiega questo articolo del Sole24Ore, l’Italia dovrà riallinearsi con le direttive europee per il clima e non solo. A breve il Governo dovrà presentare a Bruxelles il nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). L’ultimo, del 2019, è largamente superato. L’Unione europea ha rivisto al rialzo le proprie ambizioni di decarbonizzazione, servono ora politiche di intervento coerenti e investimenti adeguati.
Il PNIEC è uno strumento chiave per il futuro del Paese. La sua incisività verrà definita da tre processi:

  • la revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR);
  • la riforma del Patto di stabilità
  • il Fondo Sovrano europeo per il clima e sicurezza energetica.

Dall’esito di questi processi dipenderà la possibilità per l’Italia di cogliere le potenzialità di rilancio economico offerte dalla transizione, e di raggiungere gli impegni dell’Accordo di Parigi: “rendere i flussi finanziari coerenti con il percorso verso la riduzione delle emissioni di gas serra e verso uno sviluppo resiliente al clima”.


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