Risparmiare sul gas, uno studio ne rileva l’importanza

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Creare nuove infrastrutture oppure abbassare di un grado i riscaldamenti, uno studio conferma che è meglio risparmiare

Ormai sappiamo tutto dell’invasione russa in Ucraina, ancora di più ne sappiamo della nostra dipendenza cronica dal loro gas. Nelle ultime settimane si è parlato molto di questo argomento, su come ridurla e sui costi che ne derivano.

Tante polemiche ha anche suscitato la frase del presidente Mario Draghi sull’abbassamento della temperatura del condizionatore per la prossima stagione estiva.

Uno studio è stato fatto a tale proposito per capire quanto si potrebbe risparmiare diminuendo di un grado gli usi civili del riscaldamento o della refrigerazione.

Ebbene, si arriverebbe a risparmiare circa il 7% di gas, a questo si potrebbe aggiungere anche il taglio agli sprechi sia nelle strutture pubbliche che altrove.

Ulteriore risparmio potrebbe arrivare anche attraverso la regolazione della stagione termica, stringendo il lasso di tempo tra la chiusura e l’accensione dei riscaldamenti e riducendone la temperatura.

Un altro fattore che potrebbe aiutare è sicuramente il lavoro in remoto, a questo punto il potenziale risparmio sarebbe del 15% rispetto ai consumi attuali. In metri cubi di gas significherebbe un risparmio di circa 4 miliardi, il doppio promesso dalle nuove trivellazioni.

 Se l’azione fosse collettiva e mirata a ridurre gli sprechi, si legge, si arriverebbe a tagliare circa 14,5 miliardi di euro all’anno sulle importazioni russe.  Senza contare – si legge ancora – che le misure di autoriduzione del risparmio e le regole per la riduzione dei consumi di calore ed elettrici hanno un effetto immediato mentre l’adozione di nuove tecnologie richiede dai 6 ai 12 mesi.

A conti fatti il risparmio sul gas ammonterebbe ad oltre il 50%, è evidente che il richiamo alla parsimonia è la parte preminente dello studio.

“Prima di invocare la corsa a nuove infrastrutture e nuovo gas, occorre dare massima priorità a tutte le alternative al gas e allo sfruttamento delle infrastrutture esistenti” si legge nel report, che invita ad un consumo responsabile di energia


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