
I pensionati italiani patiscono maggiormente in ambito sanitario e finanziario secondo una ricerca Natixis. Tra i migliori i paese del nord Europa
In fatto di pensioni l’Italia perde quota con il resto del mondo. Lo dice una classifica elaborata da Natixis dove si evince che è solo 31esima per qualità della vita, una flessione di due posizioni nell’arco temporale di due anni. Le aree più penalizzate per i pensionati sono sanità e finanza.
Le ragioni della discesa
A soffrire in termini assoluti è l’aspetto prettamente economico soprattutto se si tiene conto di dati quali l’inflazione, il debito pubblico o i tassi d’interesse. Come migliore qualità della vita in termini pensionistici i primi posti della classifica sono occupati dal Nord Europa con:
- Islanda
- Svizzera
- Norvegia
- Irlanda
- Olanda
Bene anche la Germania con un buon ottavo posto, peggio gli Stati Uniti al diciassettesimo.
“La pandemia ha accentuato la disuguaglianza finanziaria e accelerato le tendenze a lungo termine che stanno erodendo la prospettiva di sicurezza della pensione per molti”, ha commentato Jim Roach, Senior Vice President of Retirement Strategies di Natixis Investment Managers.
I timori per il futuro
La paura per una vecchiaia meno dignitosa non riguarda solo l’Italia e i giovani ma anche, come dicevo in precedenza, gli Stati Uniti dove un sondaggio condotto dalla stessa Natixis rivela che il 41% degli intervistati crede che avrà bisogno di un miracolo per andare in pensione con una percentuale del 46% tra le fasce più giovani come i Millenial.
Il 73% riconosce che è sempre più una responsabilità personale quella di finanziare il pensionamento piuttosto che fare affidamento sulla previdenza sociale, ma per il 42% afferma che sarà comunque difficile arrivare alla fine del mese se gli assegni della previdenza sociale saranno inferiori al previsto. Ad affermare questo è anche un 31% di intervistati con un patrimonio netto di 1 milione di dollari o più.
Ape sociale
Intanto in Italia i lavori per la modifica di Quota 100 continuano, si potrebbe passare alla cosiddetta Ape Sociale super per andare in pensione a 63 anni ma con importi e condizioni circoscritte. In buona sostanza si vuole anche estendere il beneficio, ora appannaggio di alcune classi di lavoratori, aumentando la categoria di lavori usuranti.
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