Nella classifica del Global Pension Index spicca l’Islanda, l’Italia è trentaduesima. Peggio Argentina e Filippine
Si parla molto di pensioni negli ultimi giorni. Argomenti che fanno discutere e dividono. È stato stilato il 13° Global Pension Index annuale compilato dal Mercer CFA Institute, una classifica dove si decide, in base ad alcuni parametri, il miglior sistema pensionistico. Il primato quest’anno va all’Islanda seguita a ruota da Paesi Bassi e Danimarca, a migliorare di molto la propria posizione rispetto all’anno precedente Regno Unito e Cina grazie all’introduzione di una nuova riforma pensionistica. L’Italia si attesta al 32esimo posto su 43 paesi analizzati. Molto bene anche Israele, Norvegia e Australia. In fondo alla classifica troviamo Thailandia, Argentina e Filippine. Questa per sommi capi la classifica generale venuta fuori da questo studio.
Lo studio, specifiche
L’area di ricerca copre il 65% della popolazione mondiale. Lo studio del sistemapensionistico di ogni paese prevede di analizzare:
- previdenza pubblica
- complementare
- risparmio previdenziale (strumenti assicurativi e di risparmio gestito)
La classifica finale si basa su oltre 50 indicatori suddivisi in tre aree:
- adeguatezza
- sostenibilità
- integrità
Adeguatezza: il livello delle prestazioni erogate per la media dei lavoratori e la flessibilità del sistema che consente, ad esempio la possibilità di trasferire la posizione pensionistica individuale da un fondo privato a un altro.
Sostenibilità: indicatori quali la percentuale di adesione a fondi di previdenza complementare e a fondi pensione, aspetti demografici e alcune evidenze macroeconomiche come contribuzione e debito pubblico.
Integrità: considera diversi elementi di normativa e governance del rischio pensionistico, così come il livello di fiducia che i cittadini di ogni paese hanno nel loro sistema.
Facendo la media ponderata di questi tre indici si arriva al risultato finale. I vincitori di questa classifica hanno tutti ottenuto un punteggio pari ad A, quindi una media molto alta.
Il modello italiano
Per i parametri di integrità e adeguatezza mantiene una discreta posizione, precipitando poi agli ultimi posti per la sostenibilità. La difficoltà di riuscire a mantenere i livelli attuali di erogazione in futuro non è molto semplice.
“A fonte della buona pratica di assoggettare i fondi pensione a politiche e strategie di investimento ESG, l’Italia soffre per la presenza di una bassa quota di previdenza complementare integrativa sul Pil del paese, nonostante un trend in miglioramento”, commenta Marco Valerio Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia e presidente di Assoconsult.“Il nostro sistema è ancora molto basato sul primo pilastro, che è inserito nel bilancio dello Stato, mentre i regimi più sostenibili sono quelli che hanno affiancato a questo sistemi di pensione complementare e individuale di secondo e terzo pilastro che rafforzano di gran lunga la capacità di percepire un’entrata sostenibile quando si esce dal mercato del lavoro.”
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