L’inflazione preoccupa i consumatori americani

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L’aumento dei prezzi al consumo preoccupa gli americani tanto da indurli a modificare lo stile di vita.

L’aumento dell’inflazione fa ripensare all’uso del denaro, questo succede negli Stati Uniti e lo rende noto un sondaggio della CNBC condotto dal 23 al 24 marzo su un campione nazionale di 3.953 persone. L’indice dei prezzi al consumo, che misura un ampio paniere di beni e servizi, è salito del 7,9% a febbraio rispetto ai 12 mesi precedenti. I prezzi stanno aumentando in molti comparti, dal cibo al carburante che alimenta l’auto. Il 52% degli intervistati ha dichiarato di essere sotto stress finanziario, una pressione maggiore rispetto a un anno fa. A preoccupare sono i prezzi di carburante, casa e cibo. Nell’ultimo anno, il gas è aumentato del 38% e i prezzi dei generi alimentari sono saliti del 7,9%.

Nel frattempo la maggior parte degli americani non è soddisfatto della risposta della Casa Bianca, il 61% degli interpellati disapprova il modo in cui il presidente Joe Biden sta gestendo l’inflazione.

Attualmente la maggioranza degli elettori è preoccupata per una recessione economica, l′81% ritiene probabile che possa accadere nell’anno.

Cosa tagliano? Dalle interviste è emerso che più del 50% afferma di aver già ridotto i pasti fuori casa e prenderà in considerazione l’idea di ridurli ulteriormente se l’inflazione continuerà a salire, molti stanno persino annullando le vacanze per tenere il passo con l’inflazione.

Il panorama italiano. Nel quarto trimestre dell’anno, l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche sul Pil si è sensibilmente ridotto in termini tendenziali per il consistente aumento delle entrate, che ha più che compensato l’aumento delle uscite. Così l’Istat secondo cui il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,3% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dell’1,2%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all’11,3%, in lieve aumento rispetto al trimestre precedente (+0,2 punti percentuali). Sostanzialmente stazionario è risultato il potere d’acquisto delle famiglie.

La quota di profitto delle società non finanziarie si è lievemente ridotta rispetto al trimestre precedente, mentre il loro tasso di investimento ha registrato una crescita rispetto al trimestre precedente.


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