Lo ha annunciato la banca centrale di concerto con il ministro delle finanze, verrà regolarmente tassata dallo Stato.
L’India annuncia il varo di una nuova moneta virtuale per il prossimo anno. La banca centrale del paese asiatico prevede di introdurre la valuta “utilizzando blockchain e altre tecnologie” nel nuovo anno fiscale, stando alle parole del primo ministro delle finanze indiano Nirmala Sitharaman.
Il ministro ha confermato che la rupia digitale “darà una grande spinta all’economia digitale”. Non ha fornito ulteriori dettagli su ciò che il lancio comporterebbe, quanto ampiamente una rupia digitale potrebbe essere utilizzata inizialmente o quale impatto potrebbe avere. A spingere verso questa decisione così importante è stato il notevole aumento dei pagamenti in valuta digitale dal 2016 ad oggi.
Anche l’Europa e gli Stati Uniti hanno esplorato le possibilità di un euro digitale e di un dollaro digitale, sebbene entrambi abbiano sottolineato l’importanza di mitigare il rischio finanziario presentato da qualsiasi valuta elettronica. Sulle criptovalute private il governo indiano non ha mai nascosto una certa preoccupazione, tanto da arrivare a pensare di vietarle sul suolo patrio oppure eliminarne del tutto la criptazione. La banca centrale ha spesso espresso preoccupazioni sul fatto che le criptovalute possano essere utilizzate per il riciclaggio di denaro e per finanziare il terrorismo.
Nel suo discorso di martedì scorso, Sitharaman ha suggerito che le autorità sono disposte a continuare a consentire il trading di criptovalute nel paese, anche se con alcune normative. Ha detto che il governo indiano imporrà una tassa del 30% sul reddito da risorse digitali virtuali.
“C’è stato un aumento fenomenale delle transazioni nelle risorse digitali virtuali”, ha detto Sitharaman. “L’entità e la frequenza di queste transazioni hanno reso imperativo prevedere un regime fiscale specifico”. I resoconti dei media hanno suggerito che il paese potrebbe contenere fino a 20 milioni di investitori crittografici, citando esperti del settore.
Crediti: CNN Business
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