Si attesta tra i marchi migliori del made in Italy anche per il 2022. Bene anche i conti di Terna nonostante gli scossoni dovuti alla crisi energetica
Semafori fissi sul verde per Lamborghini. Il costruttore italiano di vetture sportive di lusso ha realizzato nel 2022 un fatturato di 2,38 miliardi di euro (più 22%), consegnando 9.233 auto, un utile operativo balzato del 56% per arrivare a superare i 614 milioni di euro grazie ad un margine che sfiora il 26%. Difficile non dire che tutti i record sono stati battuti. Stephan Winkelmann, presidente della Lamborghini, motiva questi eccezionali risultati con «la scelta dei clienti che hanno acquistato vetture con molti accessori, attivando anche una particolare personalizzazione della loro auto». Gli Stati Uniti continuano ad essere il primo mercato con 2.721 veicoli immatricolati (seguiti da Cina, Hong Kong e Macao), il suv Urus è il re incontrastato in tutto il mondo avendo venduto più di 5.360 unità. «Cerchiamo – ha precisato ancora Winkelmann — di rinforzare la nostra esclusività, equilibrando la domanda alla capacità di produzione». (Corriere della Sera)
Terna archivia l’esercizio 2022 con una crescita delle principali voci di bilancio. L’approvazione, da parte del consiglio di amministrazione, dei dati dell’ultimo anno consente di tracciare un rendiconto sul mandato triennale di Stefano Donnarumma in veste di capo azienda. A connotare la sua stagione di amministratore delegato in Terna è stato in particolare il periodo all’indomani dell’invasione russa in Ucraina, l’evento che ha innescato la crisi energetica internazionale. I risultati di Terna indicano un andamento senza particolari scossoni, tanto che nel 2022 i conti del gruppo, che gestisce circa 75 mila chilometri di reti ad alta tensione, registrano un aumento dei ricavi e dei margini operativi. In dettaglio, si attesta a quota 2,05 miliardi di euro, in crescita dell’11% rispetto al 2021. A segnare un balzo sono anche le voci relative ai ricavi (2,96 miliardi, ossia +13,8%, grazie per lo più̀ all’andamento delle attività regolate) e all’utile netto, che per la prima volta va oltre gli 800 milioni, evidenziando un +8,6% su base annua, a quota 857 milioni. (Corriere della Sera).
I prezzi delle case accelerano, soprattutto per quelle di nuove costruzioni, che godono anche degli effetti della direttiva sull’efficientamento energetico appena approvata dal Parlamento Europeo. L’Istat rileva per il 2022 un aumento del 3,8%, con i prezzi delle abitazioni nuove che fanno registrare un più 6,1% e quelli delle abitazioni esistenti che crescono del 3,4%. Si tratta del terzo aumento annuo consecutivo, dopo l’1,9% del 2020 e il 2,5% del 2021, e anche dell’aumento maggiore da quando l’Istat pubblica questi dati, dal 2010. Ma si tratta anche di una tendenza che è destinata a rallentare, valutano le organizzazioni dei consumatori, per effetto del rialzo dei tassi d’interesse che scoraggia i nuovi mutui. Secondo l’Unione nazionale consumatori anzi il rialzo dei tassi deciso dalle Bce «produrrà una drastica riduzione dei volumi di compravendita». E in effetti nell’ultimo trimestre 2022 le compravendite frenano del 2,1%, rileva l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Non solo: in realtà il rallentamento emerge anche dai prezzi: se si considera solo il quarto trimestre, l’indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie rimane invariato rispetto al trimestre precedente, mentre aumenta del 2,8% nei confronti dello stesso periodo del 2021, leggermente in rallentamento rispetto al 2,9% nel terzo trimestre 2022. Del resto anche gli aumenti dei prezzi, per quanto siano ai massimi degli ultimi 12 anni, non riescono a far tornare il mercato ai livelli degli anni precedenti. (Repubblica)