È solo caos o è una mossa per mettere in difficoltà l’economia mondiale, nessuno si sbilancia ma i mercati hanno preso positivamente l’indebolimento della Russia
Come hanno reagito i mercati finanziari al tentativo di golpe avvenuto la scorsa settimana in Russia? Secondo il sito money.it i mercati finanziari non hanno interpretato questa notizia in modo negativo: il DAX, l’indice azionario tedesco considerato un punto di riferimento per il mercato europeo, ha aperto positivamente la sessione di borsa del 26 giugno, nonostante i tumultuosi eventi del fine settimana. L’indebolimento dell’influenza russa, secondo molti, dovrebbe essere visto positivamente dai mercati, nonostante le preoccupazioni geopolitiche, soprattutto per l’euro. Al momento, i tumulti non si sono trasformati in uno spargimento di sangue, ma hanno comportato un apparente indebolimento della posizione di Putin, e questo sembra essere stato interpretato positivamente dai mercati europei. Al contrario, alcuni sostengono che l’impunità di Prigozhin, in un contesto politico come quello russo, sia stata una mossa molto strana e che il Gruppo Wagner potrebbe semplicemente avere interessi in Bielorussia per conto di Putin, rendendo la marcia una farsa. Questo alimenterebbe l’incertezza e non sarebbe favorevole per gli asset rischiosi.
In questa situazione a dir poco strana Milano Finanza raccoglie l’appello fatto dalla Deutsche Bank sugli investimenti effettuati in Russia. Il 9 giugno la bancaha comunicato ufficialmente ai propri clienti di non poter garantire il pieno accesso alle azioni russe di loro proprietà. Nel documento, visionato in esclusiva da Reuters, l’istituto tedesco ha dichiarato di aver scoperto la mancanza di azioni sottostanti le ricevute di deposito che la banca aveva emesso prima dell’invasione dell’Ucraina. Azioni che erano detenute in Russia da un altro istituto depositario.
Come ho detto in più di un’occasione l’incertezza non fa bene al mercato finanziario globale, scrive la CNN, gli analisti di Rystad Energy hanno affermato che gli attacchi di incertezza geopolitica nelle principali nazioni produttrici di petrolio negli ultimi 35 anni – che vanno dai disordini civili ai tentativi di colpo di stato, ai conflitti armati e ai cambi di governo – hanno in media aumentato dell’8% il prezzo del petrolio nei cinque giorni dall’evento scatenante.
Qualsiasi perdita significativa di energia russa costringerebbe la Cina e l’India a competere con le nazioni occidentali per le forniture da altri produttori. Se il caos politico limita le esportazioni di altri prodotti, come cereali o fertilizzanti, ciò potrebbe anche mandare fuori controllo la domanda e l’offerta. E questo potrebbe far salire i prezzi per tutti.
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