La presa di posizione del Papa

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In un recente documento Francesco ha disposto che le finanze della chiesa vengano convogliate tutte nello Ior. In Gran Bretagna le famiglie cominciano a tagliare, a farne le spese gli animali domestici. Tiene la produzione industriale italiana nonostante le turbolenze. Queste alcune delle notizie della settimana.

È una presa di posizione molto netta e chiara quella di Franciscus, meglio noto come Papa Francesco. Papa Bergoglio senza mezzi termini ha vergato non un documento, ma un ordine in piena regola. Che prevede che le finanze della chiesa siano concentrate tutte in un unico istituto finanziario: lo Ior. Il Papa ha chiesto infatti che le “attività finanziarie e la liquidità, in qualunque forma esse siano detenute, presso istituzioni finanziarie diverse dallo Ior rientrino al più presto”.

Come mai Bergoglio ha compiuto questa scelta? Secondo alcuni, il Papa mira a proteggere le finanze della Chiesa da scelte errate di singoli parroci, incapaci di gestire i capitali della loro zona d’influenza territoriale. Ma questa scelta potrebbe mettere in difficoltà qualche banca? Staremo a vedere. Certo fa specie che Bergoglio proprio adesso che siamo in piena crisi abbia deciso di riportare tutto a casa.

Le famiglie europee cominciano a sentire gli effetti della crisi. Colpa dell’inflazione che fa correre i prezzi, soprattutto dell’energia. Le bollette di luce e gas sono triplicate rispetto a un anno fa, con la conseguente difficoltà a far quadrare i conti del bilancio familiare. A risentirne sono anche gli animali domestici.

L’organizzazione per il benessere degli animali “Many Tears Animal Rescue”, in Galles, Regno Unito, ha evidenziato come ci sia un forte aumento del numero di cani e cuccioli restituiti o abbandonati al rifugio. L’aumento delle restituzioni, però, non riguarda il comportamento irresponsabile dei proprietari. Le famiglie, semplicemente, non riescono più a permettersi di mantenere i fedeli amici a quattro zampe.

Segnali di tenuta dalla produzione industriale italiana, che a luglio rialza la testa dopo due mesi deboli mentre resta in rosso nel confronto annuo. “La produzione industriale cresce lievemente a luglio in termini congiunturali dopo la flessione osservata nei due mesi precedenti – spiega l’Istituto di statistica – È, tuttavia, negativa la dinamica congiunturale nella media degli ultimi tre mesi. Tutti i principali settori di attività sono in calo, ad esclusione dei beni strumentali. Diminuisce in termini tendenziali l’indice corretto per gli effetti di calendario. Tra i principali raggruppamenti di industria, l’energia e i beni di consumo crescono, a fronte di una cospicua flessione per i beni intermedi”.

Secondo la stima flash dell’Istat, l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenta dello 0,4% rispetto a giugno. Nella media del periodo maggio-luglio il livello della produzione diminuisce dell’1,6% rispetto ai tre mesi precedenti.


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