Gli asset mondiali si ritrovano con sempre più donne pronte ad assumere posizioni di comando determinate a rompere il famoso soffitto di cristallo.
Anche i principali asset mondiali puntano sulle donne. La situazione nel mondo della finanza è molto cambiata stando alle notizie riportate da Affari&Finanza di Repubblica.
Un articolo molto interessante di qualche giorno fa riportava il ruolo delle donne sempre più crescente all’interno dei principali asset mondiali. Aneke Smits di 54 anni è stata recentemente nominata Ceo di Bny Mellon Investiment Management, il settimo gruppo più grande al mondo per investimenti con all’attivo 1900 miliardi di asset.
Il suo nuovo incarico comincerà ad ottobre. Catherine Keating è un’altra delle donne Ceo che occupano posizioni rilevanti all’interno della Bny Mellon. Si occupa delle gestione dei ricchi portafogli, entrambe fanno capo a Thomas Gibbons. Sì, il fortino dei piani ancora più alti è occupato da uomini però bisogna dire che quel soffitto di vetro che li divideva si sta sgretolando.
Molti gruppi finanziari, come i tecnologici, si stanno adeguano ad un nuovo modello di affari. Sono visti come più affidabili dagli investitori se al suo interno hanno una composizione variegata formata da donne e minoranze. Ecco perchè molte aziende stanno spingendo in tal senso.
Oggi le donne occupano il 4,6% delle poltrone riservate ai Ceo nei gruppi compresi nel paniere S&P 500. Un trend che punta verso l’alto, un esempio su tutti Adena Freedman a 51 anni è al vertice del Nasdaq. Una recente ricerca rivela che in un ambiente con connotati più maschili la tendenza sia quella di garantire posti apicali a uomini. Al contrario in ambienti con donne sedute nella stanza dei bottoni viene garantita maggiore equità tra i generi e le razze.
In Italia le cose non sono esattamente così. Nel post Covid 19 è stata allestita dal ministro per le pari opportunità Elena Bonetti ha istituito una cabina di regia in rosa per cercare di arginare gli effetti della pandemia sull’economia.
Il Comitato per la ricostruzione dovrà confrontarsi costantemente con l’altro ormai famoso Comitato tecnico-scientifico istituito lo scorso 5 febbraio da Borrelli, che è invece praticamente un organo monogenere.
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