Cosa ne pensano gli investitori del risultato elettorale in Italia, in realtà era già tutto previsto ma i temi importanti non sono stati ancora toccati
Per AXA IM il risultato delle elezioni è sostanzialmente un “non evento “. Alla luce del programma Next Generation EU, nessun partito ha un incentivo a disturbare il flusso di fondi previsto a finanziamento del PNRR. Non a caso, i toni su temi come l’immigrazione e la moneta unica sono stati molto pacati, in particolare rispetto alle scorse elezioni. È molto improbabile, quindi, un inasprimento delle relazioni tra Roma e Bruxelles solamente sulla base di tematiche cosiddette “populiste”. Non si è parlato abbastanza, invece, di temi scottanti come la ormai probabile recessione che attende al varco il nuovo governo nei prossimi mesi. In particolare, nessuna formazione politica si è espressa sulla transizione da tassi negativi e inflazione inesistente a tassi positivi e inflazione galoppante.
Scrive Milano Finanza che a guardare i grafici delle Borse, un “caso Italia” non c’è. Piazza Affari ha ovviamente perso quota nel 2022 della guerra in Ucraina e dell’impennata dei prezzi dell’energia, ma più o meno come la media degli altri mercati azionari, punto più punto meno. A guardare il grafico dello spread uno specifico italiano esiste certamente, ma più che alla caduta del governo Draghi, alle promesse elettorali e all’avvicinarsi delle elezioni che hanno cambiato la fisionomia politica del Paese, l’allargamento della forbice dei rendimenti tra i bond italiani e quelli tedeschi è dovuto agli annunci e alle mosse della Bce. Che, per un’Italia indebitata per oltre il 150% del Pil, hanno naturalmente un peso diverso rispetto alla Germania o agli altri partner europei. Continua il giornale che semplicemente i mercati credono che il centrodestra, alla prova dei fatti, non tradurrà i suoi programmi in atti di governo. Cioè non farà ciò per cui ha incassato un’altissima percentuale di consensi.
Fattore Spred, secondo il Sole24Ore e l’esperto interpellato la flessibilità che la Bce ha Utilizzato nell’indirizzare prima gli acquisti del Pepp, poi i reinvestimenti dei titoli scaduti ha permesso fino a questo momento allo spread italiano di mantenersi su livelli accettabili, ma i suoi effetti non dureranno in eterno». David Zahn è responsabile degli investimenti sull’obbligazionario europeo di Franklin Templeton e ha un’idea ben precisa del motivo per cui lo spread fra BTp e Bund sia stato tutto sommato ignorato dal mercato in una fase in cui le corde dell’obbligazionario sono in realtà tese come quelle di un violino, percosse da inflazione, Banche centrali aggressive e rischio recessione. Quella stessa flessibilità, più volte ribadita nelle conferenze stampa da Christine Lagarde e accolta spesso con un certo scetticismo fra gli operatori, ha avuto insomma un ruolo rilevante nell’arrestare la possibile deriva italiana (e in parte anche quella degli altri Paesi periferici), in una fase in cui il termine degli stessi piani di sostegno è venuto a coincidere, almeno nel nostro caso, con l’enorme incognita politica delle elezioni.
Vice prova a rispondere ad una domanda che in tanti ci stiamo facendo in questi mesi: Perché tutto sembra così costoso in questo momento? Oltre al costo del cibo e delle bollette, sale anche il prezzo dei beni non essenziali. Anche gli album di figurine del calcio Panini non sono immuni da aumenti di prezzo. Riempire l’album della Coppa del Mondo per Qatar 2022 costerà circa £ 870 , con ogni pacchetto di figurine che arriva a 90 pence, rispetto agli 80 pence che costano per la versione Russia 2018 e ai 50 pence per Euro 2016. Grazie mille, inflazione. Nel link potrete trovare tutte le spiegazioni sul significato economico di inflazione.
Altro fattore predominante di questa tornata elettorale, altre a quello puramente economico, è sicuramente quello dovuto al pesante astensionismo. Scrive ancora il Sole24Ore:
“È sintomatico che la maggior crescita dell’astensionismo negli ultimi 30 anni si sia verificata dopo due governi tecnici. La differenza è che questa volta il fenomeno è particolarmente accentuato nelle regioni del Sud per cui si è allargato notevolmente il divario tra questa zona e il resto del Paese. Sono molti, e ben studiati, i fattori che spiegano il calo dell’affluenza. Alcuni sono contingenti. Nel caso di queste elezioni è possibile che c’entri anche la meteorologia, ma il cattivo tempo non può spiegare un calo come quello cui abbiamo assistito. Questo fattore si è aggiunto ad altri di lungo periodo. Il ricambio generazionale è uno di questi. Gli elettori più anziani hanno acquisito una abitudine al voto che i giovani non hanno, ma sono sempre meno. Il fattore più importante però è un altro: la debolezza dei partiti. Erano i partiti che una volta portavano le masse a votare. Oggi nel caso dei giovani la socializzazione politica non avviene più nelle sezioni e nei circoli. I social media non sostituiscono i partiti. E così, in assenza di partiti forti, sono la figura dei leader e la percezione del valore della posta in gioco a pesare sulla affluenza.”
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