Cala il portafoglio delle famiglie italiane, tenere il contante fermo sul conto conviene sempre meno
Il nuovo rapporto Censis – Assogestioni ci dice che il portafoglio delle famiglie è calato di 20 miliardi di euro per la prima volta dopo un decennio. La chiave di volta rimane l’educazione finanziaria, strumento importante per orientarsi in questi tempi turbolenti.
Si legge nel rapporto che per la prima volta dopo almeno un decennio, l’arrivo dell’inflazione ha reso meno allettante la scelta di tenere il contante fermo sui conti correnti e sempre più famiglie hanno compreso la necessità di scongelare parte del proprio cash per destinarlo a impieghi alternativi.
“Nel mese di marzo 2023, il valore dei depositi sui conti correnti bancari è diminuito del 6,1% rispetto a 12 mesi prima”. Un fenomeno dalla spiegazione semplice, secondo il sociologo. “L’inflazione ha ridimensionato l’attrattività del contante, che nei dieci anni precedenti era aumentato complessivamente di quasi 470 miliardi di euro (+61,8%). Tanto che oggi quattro risparmiatori su dieci dicono di aver cambiato idea su come usare i risparmi e il 33% dei consulenti finanziari registra una maggiore propensione dei clienti a liberarsi della liquidità”.
Competenze mal riposte. “Tra le persone che dichiarano di sapere che cos’è l’inflazione, quattro su dieci non sanno che riduce il potere d’acquisto dei redditi. Si tratta del 34,2% dei laureati, del 38,2% dei diplomati e del 63,2% di chi detiene titoli di studio più bassi”, sottolinea De Rita. E ancora: “Nel gruppo di coloro che pensano di avere adeguate nozioni finanziarie, il 25,4% ha risposto bene a due quesiti a fronte del 15,4% che ne ha centrato un solo e del 7,1% a che li ha sbagliati tutti”.
Questo quadro poco soddisfacente ci fa pensare quanto sia importante una sana educazione finanziaria per capire come il mondo si muove, ma soprattutto per comprendere meglio gli scenari finanziari ed investire meglio.
Al festival dell’Economia di Trento è stato presentato dal Sole24Ore il manifesto dell’educazione finanziaria. Il manifesto, sottoscritto da una rappresentanza della comunità accademica italiana, è articolato in dieci punti – educazione, giovani e donne, longevità, risparmiatori, sicurezza, investimenti, alleanza, sostenibilità, tecnologie, futuro – e vuole proporre un’alleanza dei saperi tra interlocutori autorevoli come scuole, università, banche, organi di informazione accreditati e specializzati.
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