
Un bene di rifugio è un investimento o un bene che mantiene inalterato il proprio valore iniziale nel tempo. Non dipende dalle fluttuazioni del mercato finanziario e dall’economia globale. Fatta questa doverosa premessa occorre sottolineare che trovare un prodotto con queste caratteristiche oggi è veramente complesso.
I diamanti un tempo avevano queste particolari caratteristiche, negli ultime mesi, però, la domanda è crollata a causa del rifiuto della De Beers di rivedere i prezzi dei grezzi naturali.
La multinazionale ha venduto solo 280 milioni di diamanti contro i 503 milioni dello stesso periodo del 2018. La vendita avviene solo 10 volte l’anno in Africa, qui non si definisce il prezzo ma la quantità di unità da acquistare.
La crisi globale del bene di rifugio
La contrazione della domanda in tutto il mondo, dalla Cina agli USA, sta provocando seri problemi alle aziende che li lavorano e rivendono come nel caso di alcune aziende israeliane. Qui i lavorati sono scesi da 3.32 miliardi di dollari a 2,62. Un calo del 28%.
Negli ultimi tempi solo l’oro riesce a tenere banco rispetto ai diamanti, almeno per il momento. Quali sono le cause del crollo di questo bene di rifugio? L’economia mondiale non aiuta, il rallentamento della Cina prima e di Hong Kong poi hanno consolidato il risultato negativo, inoltre la produzione di diamanti artificiali sta danneggiando il settore. Questo soprattutto perché sono praticamente identici agli originali e ad occhio nudo la differenza non si nota, la mancanza delle classiche imperfezioni naturali che un diamante naturale ha è materia affine solo ai professionisti del settore, inoltre il costo è notevolmente più basso, circa il 40% in meno, rispetto ai naturali.

In generale oggi nel mondo dell’economia globalizzata è difficile trovare un prodotto con un valore isolato e lontano dalla fluttuazione del mercato. Il diamante, un bene inestinguibile, è anche lui sottoposto alle regole stringenti del mercato attuale e del progresso tecnologico.
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