
A sostegno delle aziende le banche italiane si muovono per elargire i finanziamenti previsti nei vari decreti.
Le Banche italiane chiariscono come accedere ai finaziamenti
L’Abi ha diffuso una circolare negli scorsi giorni nella quale vengono chiariti alcuni punti come la tempistica e il metodo per poter accedere fino al 31 dicembre 2020 alle garanzie per i finanziamenti che saranno erogati dalle banche alle imprese colpite dall’epidemia di Covid – 19.
Il rilascio delle garanzie a favore delle banche, già accreditate o che ne faranno richiesta, spiega Sace «avverrà online attraverso il portale dedicato “Garanzia Italia” sviluppato da Sace, dove gli istituti di credito potranno inserire le proprie richieste e ottenere le relative garanzie, controgarantite dallo Stato, in tempi brevi. Ad esempio, per la “procedura semplificata” (dedicata alle imprese con fatturato in Italia inferiore a 1,5 miliardi di euro e con numero di dipendenti, sempre in Italia, inferiore a 5.000) e per tutti i finanziamenti di importo fino a 375 milioni di euro avverrà entro le 48 ore».
Come stanno le banche statunitensi?
Le banche d’affari americane cercano di arginare la crisi sanitaria come possono. Qualche dato ci potrebbe aiutare a capire meglio la situazione.
- JPMorgan Chase, principale banca statunitense, ha registrato un calo del 69% sull’utile del primo trimestre, mentre Wells Fargo ha perso l’89% dei profitti. JPMorgan e Wells Fargo hanno inoltre accantonato altri 10 miliardi di dollari per coprire le eventuali perdite sui prestiti.
- Citigroup ha accusato nel primo trimestre un crollo dell’utile del 46% e ha annunciato accantonamenti per quasi 5 miliardi di dollari per prepararsi all’ondata di inadempienze causate dalla pandemia di coronavirus che sta affossando l’economia globale.
- Bank of America ha registrato un calo dell’utile del 45% nel primo trimestre dell’anno, precisando di aver accantonato 3,6 miliardi di dollari per coprire eventuali crediti deteriorati durante la crisi causata dal coronavirus. L’utile per azione è di 40 centesimi.
Oro, bene di rifugio?
L’oro ha toccato il suo massimo storico nel 2011, veniva scambiato a 1.921 dollari l’oncia. Secondo Union Banciare Privée oggi ci sono tutte le condizioni perché il metallo giallo superi questo livello. grazie alla politiche monetarie super espansive delle banche centrali, che manterranno intatto il suo ruolo di bene rifugio. Al momento tratta a 1.712 dollari.
Secondo Ubp è bene che gli investitori si concentrino sempre di più non solo sulla quantità di oro che detengono nei portafogli, ma anche sulla forma in cui lo detengono.
fonti: ItaliaOggi, MilanoFinanza
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