Porta container eco ma a secco di carburante

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È il paradosso del nuovo trasporto marittimo pronto a fare il salto di qualità per la riduzione delle emissioni ma mancano i rifornimenti

Le spedizioni globali, porta container ed affini, vogliono svoltare verso il verde ma manca di carburante per alimentarle, un deficit che potrebbe far deragliare tutte le migliori intenzioni. 

Una delle più grandi aziende di spedizioni al mondo, la danese Maersk, vorrebbe mettere in mare già a partire del prossimo anno delle navi a emissioni zero. Tutto molto bello ma l’intoppo più grande è la mancanza di carburante. L’azienda ha ordinato 13 navi dalla Hyundai Heavy Industries della Corea del Sud che funzionano con metanolo verde, considerato più ecologico rispetto ai combustibili fossili che hanno alimentato le spedizioni globali per decenni.

″È una situazione tipo l’uovo e la gallina”, ha detto alla CNBC Morten Bo Christiansen, capo della decarbonizzazione di Maersk.

“Le navi arriveranno prima dei combustibili, il che ovviamente non è l’ideale, francamente.” 

“Uno dei punti nell’ordinare le navi era in realtà mettere un segnale di domanda sul mercato in modo che la produzione di carburante avesse inizio” fanno sapere. Conviene ricordare che il settore marittimo è responsabile per il 3% delle emissioni di Co2 mondiali. 

Faig Abbasov, direttore marittimo dell’organizzazione non governativa Transport & Environment, ha affermato che l’enigma che deve affrontare oggi il settore marittimo è simile a quello che ha impensierito gli albori delle auto elettriche, la massiccia costruzione di navi eco compatibili potrebbe spingere verso una produzione su larga scala del combustibile al metanolo.

“Dobbiamo inviare il segnale della domanda con largo anticipo, quindi sia le navi che i produttori di carburante sono pronti a mettere in atto i loro investimenti. Dobbiamo garantire la domanda con un regolamento obbligatorio perché se lo lasciamo al mercato, il mercato non favorirà i combustibili verdi”, ha affermato Abbasov.


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