La previdenza integrativa sostenibile guarda al futuro

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previdenza integrativa sostenibile

La previdenza integrativa diventa sostenibile. E’ un trend in costante crescita con un patrimonio da gestire pari a 160 miliardi di euro con oltre otto milioni di iscritti, dati molto interessanti che fanno capire l’importanza di questi strumenti. La forza sta tutta nel fatto che i fondi pensione sono degli investimenti a lungo termine e quindi da poter sfruttare nel futuro, per questo motivo tra fondi pensione e investimenti sostenibili esiste una naturale affinità come ha dichiarato l’autorità di vigilanza sui fondi pensione in Italia. Una strada incentivata anche dalla Commissione Europea che ha recentemente annunciato una proposta di legge per includere i fattori di sostenibilità all’interno dei processi decisionali legati agli investimenti.  

Previdenza integrativa sostenibile

Le novità che sono fondamentali in questo ambito sono due: 

  • Iorp 2 si focalizza su fondi pensione con criteri Esg, Environment, Social, Governance, ossia ambiente, aspetti sociali e gestione aziendale. L’analisi ESG, spesso definita anche “extra-finanziaria”, è perciò l’insieme di verifiche che valutano l’impatto ambientale e sociale di un’impresa, nonché i metodi e i principi che ne ispirano la gestione. 
  • La direttiva 828/2017 stimola e invita gli azionisti ad essere presenti ed attivi nelle società partecipate, questo garantisce una maggiore trasparenza per le società che partecipano al fondo d’investimento.

L’Europa è molto sensibile a questo tema, tanto da risultare tra i paesi più attivi in questo senso a seguire le strategie Esg, seguono Australia, Nuova Zelanda e Canada.

Il problema della sostenibilità

Il significato di sostenibilità ha subito una notevole evoluzione, se prima riguardava solo degli aspetti ecologici oggi entra anche nelle dinamiche sociali ed economiche. Fattori che indicano un benessere costante che cresce nel pieno rispetto dei criteri sociali ed etici. I processi da seguire sono ambiziosi e riguardano principalmente: 

  • ridurre l’estrazione di sostanze naturali dalla crosta terrestre (metalli, combustibili fossili ecc.)
  • ridurre la produzione di sostanze e composti chimici (plastica, diossine ecc.);
  • ridurre il degrado fisico della natura e dei processi naturali (gli habitat marini, boschivi ecc.);
  • ridurre gli ostacoli che impediscono alle persone di soddisfare i bisogni umani fondamentali (condizioni di lavoro, di salute ecc.).

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